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Una passeggiata virtuale

ottobre 2024

Sto scrivendo questo articolo verso la fine di Ottobre, un periodo che per chi ama la fotografia è sempre bello e magico: le foglie cominciano ad ingiallire e a cadere lungo le strade e i sentieri, la vegetazione fa risplendere tanti colori che fino a qualche mese fa ignoravamo.

È l’autunno, con le sue giornate che si accorciano – e questo non fa piacere a chi fotografa – ma che un raggio di sole può illuminare e far risplendere di bellezza. È ancora presto per vedere la flora vestirsi dei pieni colori autunnali, così ho pensato di farmi un viaggio virtuale lungo un sentiero che mi porta ad un lago di montagna e poi ad una vetta dove posso ammirare dei paesaggi straordinari.

Come faccio a fare tutto questo? Con l’Intelligenza Artificiale. E diciamo pure che tutto questo è un pretesto per parlare di AI nel campo fotografico. Il tema crea un forte dibattito e il timore che tutto questo potrà decretare la morte della fotografia! Ma non preoccupatevi, ché già ai tempi dell’invenzione della fotografia si decretava la morte della pittura.

L'intelligenza artificiale (AI) è già presente da molti anni nelle nostre fotocamere e nei nostri smartphone. Aiuta le persone – che di fotografia molto spesso non sanno niente – a fare comunque delle foto accettabili, e a volte anche belle. Aiuta i fotografi professionisti a risparmiare tempo e gli semplifica il lavoro. Vediamo alcune di queste funzioni svolte dal software nelle nostre fotocamere e nel lavoro di post produzione.

  1. Riconoscimento delle scene e dei soggetti
    Molte fotocamere moderne, specialmente quelle degli smartphone, utilizzano AI per riconoscere automaticamente le scene (ritratto, paesaggio, notturno, ecc.) e adattare le impostazioni di esposizione, bilanciamento del bianco e messa a fuoco per ottenere risultati ottimali. Questa funzionalità consente agli utenti di ottenere foto ben bilanciate anche in situazioni difficili senza bisogno di regolazioni manuali.
  2. Elaborazione delle immagini
    I software di editing, come Adobe Photoshop e Lightroom, stanno integrando sempre più funzioni basate sull’AI. Queste includono il riconoscimento automatico degli oggetti, la rimozione avanzata di elementi indesiderati, la separazione dei soggetti dallo sfondo, e persino il miglioramento delle foto con un solo clic. Algoritmi avanzati possono ricreare dettagli mancanti o migliorare l'illuminazione, risparmiando tempo rispetto al ritocco manuale.
  3. Miglioramento delle immagini in condizioni di scarsa illuminazione
    Le tecniche di "computational photography", rese possibili dall’AI, permettono a molte fotocamere di combinare più scatti per migliorare la qualità dell'immagine in condizioni di scarsa illuminazione – ne abbiamo ampiamente parlato nei capitoli dedicati agli smartphone. Ad esempio, la modalità "Night Mode" degli smartphone scatta più foto in rapida successione e utilizza l’AI per combinare i migliori aspetti di ciascun scatto, riducendo il rumore e migliorando i dettagli.
  4. Effetti di post-produzione automatizzati
    Strumenti basati su AI possono applicare automaticamente effetti creativi alle immagini, come il bokeh (effetto sfocato dietro il soggetto) o il cambiamento di stile artistico. Questo permette anche ai fotografi meno esperti di ottenere risultati professionali senza dover imparare tecniche complesse.
  5. Messa a fuoco automatica intelligente
    Le fotocamere mirrorless di fascia alta utilizzano algoritmi di AI per migliorare la messa a fuoco automatica (AF). Questi sistemi possono riconoscere volti, occhi, animali e altri soggetti e mantenerli a fuoco anche in movimento, migliorando la precisione delle riprese dinamiche, come sport e fauna.
  6. Generazione di immagini
    L'IA sta anche permettendo la creazione di immagini completamente generate da zero, attraverso modelli di deep learning come le reti generative avversarie (GAN – Generative Adversarial Networks). Questo apre nuove possibilità nel campo della fotografia creativa, ma solleva anche questioni etiche sul confine tra fotografia reale e manipolazione digitale.
  7. Organizzazione e archiviazione delle foto
    Servizi come Google Photos o Apple Photos utilizzano AI per organizzare automaticamente le foto in base a soggetti, luoghi o date. L’AI può riconoscere volti, animali, monumenti e altri elementi, rendendo più facile cercare e ordinare grandi raccolte di immagini.
L'uso dell’AI in fotografia sta dunque semplificando molti aspetti del processo fotografico, riducendo il tempo necessario per ottenere risultati di alta qualità e offrendo strumenti creativi avanzati per tutti i tipi di utenti.

Una passeggiata virtuale

Prendo sempre come pretesto il mio tour virtuale nei boschi autunnali per toccare un tema che mi interessa particolarmente, quello del punto 6 di cui sopra, cioè la generazione di immagini con l’AI.

La generazione di immagini fotografiche tramite l'intelligenza artificiale è un argomento che affascina sempre di più, soprattutto per le sue potenzialità di trasformare il mondo della creatività visiva. Immagina di voler realizzare una foto che, nella realtà, sarebbe impossibile da catturare – magari un paesaggio immaginario, una scena futuristica o un soggetto che non esiste. Fino a qualche anno fa, per ottenere qualcosa del genere, avresti dovuto affidarti a tecniche avanzate di fotoritocco, ma oggi l’AI può creare queste immagini per te, da zero – e saranno le immagini che vi presenterò più sotto.

Le reti neurali, in particolare le reti generative avversarie (GAN), sono alla base di questa rivoluzione. Questi modelli funzionano come una sorta di "bottega creativa digitale", dove due intelligenze artificiali lavorano insieme: una crea l'immagine (il "generatore") e l'altra la valuta (il "discriminatore"). Il processo è come una sfida tra artista e critico: l’AI creatrice cerca di generare un'immagine che sembri reale, mentre l’AI valutatrice cerca di individuare i difetti. Col tempo, il generatore diventa così bravo da produrre immagini sempre più realistiche.

Il bello di tutto questo è che l'utente non ha bisogno di conoscere i dettagli tecnici. Puoi semplicemente descrivere quello che desideri – ad esempio "un tramonto su Marte" o "un gatto con le ali in un paesaggio fantasy" – e l’AI elabora un'immagine basata sulla tua descrizione. Questo apre nuove strade per artisti, designer e creatori di contenuti, che possono sperimentare con idee altrimenti irrealizzabili o troppo complesse da realizzare manualmente.

Uno degli aspetti più interessanti è che queste immagini generate dall’AI non sono semplici copie di fotografie esistenti, ma combinano elementi presi da enormi dataset di immagini per creare qualcosa di completamente nuovo. Il risultato può essere sorprendentemente realistico o stilizzato a seconda del tipo di input o del modello di intelligenza artificiale utilizzato.

Naturalmente, ci sono anche delle sfide. Uno degli argomenti di discussione riguarda la questione dell'autenticità. Se una foto è generata dall’AI, si può ancora considerare una fotografia vera e propria? E, ancora più importante, come possiamo assicurarci che queste immagini non vengano utilizzate per scopi fraudolenti, come la creazione di deepfake, cioè immagini o video ingannevoli che sembrano reali? Come nel romanzo di P. Dick – Ma gli androidi sognano pecore elettriche – la linea di separazione tra reale e immaginario diventa sempre più esile, difficile da stabilire, tanto che potremmo pensare anche all’opposto, che cioè un’immagine realmente scattata sia invece realizzata con l’AI. Nel romanzo di Philip Dick l’identificazione degli androidi era ottenuta con un test: la scala Voigt-Kampff per la misurazione dell’empatia. Soluzioni con uno scopo simile si stanno tentando anche nel campo fotografico: ad esempio la Leica M11-P è dotata di un software in grado di certificare l’autenticità delle immagini – Content Authenticity Initiative (CAI) – rispettando lo standard C2PA.

Un’ultima considerazione prima di presentarvi le varie immagini del mio tour virtuale – dove potrete vedere anche i limiti dell’AI. Anche la fotografia classicamente intesa non ci dà una copia precisa della realtà, ma una sua rappresentazione, e ogni fotografia risponde più al sentimento e alle emozioni di chi fotografa: la fotografia va intesa più come linguaggio di comunicazione piuttosto che una copia reale e precisa della realtà che ci circonda - mimesi.

La fotografia ha un alto livello di somiglianza con ciò che viene fotografato, ma non per questo è una copia perfetta della realtà. Le scelte del fotografo (composizione, angolo di ripresa, illuminazione, ecc.) influenzano il risultato.

Secondo Ronald Barthes e altri semiologi, l'immagine fotografica non è mai una rappresentazione neutra della realtà. Ogni fotografia è una costruzione, influenzata dalle intenzioni del fotografo, dal contesto storico e culturale, nonché dal modo in cui viene vista e interpretata dallo spettatore. Le fotografie possono riprodurre i codici culturali di un'epoca, riflettendo stereotipi o valori condivisi.

Ma forse è meglio lasciare queste considerazioni per un altro scritto, o discuterle in altra sede... seguitemi dunque – sempre che ne abbiate voglia – nella mia passeggiata virtuale.

Inizia il viaggio

Prendo la macchina, mi avvicino dalla città alla collina e poi verso la montagna. Parcheggio. Mi cambio le scarpe e indosso un paio di scarponcini. Metto nello zaino fotocamera, una bottiglia d’acqua, un altro obiettivo, altre piccole cose e parto a piedi.

Cammino in direzione della montagna.

Autunno virtuale AI

La strada è lunga, e ne ho ancora parecchia da fare, ma mi aiuta vedere davanti a me la mia meta: una montagna parzialmente imbiancata dalla neve.

Autunno virtuale AI

Arrivo ad un bellissimo lago di montagna. Nel mio percorso non ho ancora incontrato nessuna persona, ma i colori della natura sono così belli che non me ne duole troppo.

Autunno virtuale AI

Cammino lungo il lago, attraverso un ponte.

Autunno virtuale AI

Il sentiero comincia a salire, ecco che vedo alcune persone. Una ragazza seduta su una panchina che guarda il bellissimo paesaggio autunnale.

Autunno virtuale AI

Mi siedo anch’io in una panchina con un tavolo ad alcuni metri di distanza dalla ragazza. Una foglia di acero è incastrata tra gli assi di legno. Faccio una foto.

Autunno virtuale AI

Più salgo sulla montagna più il paesaggio si fa interessante. Alberi colorati, dalle foglie tendenti al giallo e al rosso, sprazzi di neve. Magnifico!

Autunno virtuale AI Autunno virtuale AI

Arrivo infine ad una sommità che si affaccia su un panorama stupendo. Mi fermo qualche minuto a guardarlo e scatto qualche foto.

Autunno virtuale AI

Adesso scendo, torno indietro, ma provo un altro percorso, anche se non sono sicuro che mi riporti al mio punto di partenza. Fortunatamente trovo una persona seduta su una staccionata: chiederò a lui se questa è la strada giusta che mi ricondurrà alla macchina.

Autunno virtuale AI
Note: alla ragazza seduta sulla panchina e all'uomo seduto sulla staccionata... manca una gamba. Mi sembra anche errato il riflesso del ponte di legno sull'acqua.

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