Esperienze
Il paesaggio con un macro ed un grandangolo
Quale obiettivo più adatto per un paesaggio?
luglio 2024
Per cogliere l’ampiezza di un panorama un grandangolo sembra d’obbligo. Vorrei raccontarvi di un mio caso concreto, dove ho portato con me un grandangolo Tokina – il 12-24 mm ATX Pro – e un macro della Tamron, il 60 mm f/2.
Il luogo delle è stato il monte Novegno (circa 1450 slm), sopra Schio, in provincia di Vicenza.
Il monte Novegno è caratterizzato da una varietà di paesaggi, che vanno da boschi di faggi e abeti a praterie alpine. La flora e la fauna sono tipiche delle Prealpi venete, con una ricca biodiversità che attira molti amanti della natura e biologi.
Qui sopra un particolare del paesaggio con il Tamron 60 mm f/2.
Ma il Novegno non è solo natura. Esso ha una rilevanza storica significativa, specialmente per il suo ruolo durante la Prima Guerra Mondiale. Fu teatro di intensi combattimenti tra le truppe italiane e austro-ungariche. Sul monte si trovano ancora trincee, gallerie e altri resti di fortificazioni militari, che testimoniano la dura realtà dei combattimenti che vi si svolsero. Oggi, questi resti sono parte di percorsi storici e musei all'aperto che offrono un'opportunità per comprendere meglio questo periodo cruciale della storia italiana.
Il progetto fotografico
Se devo essere sincero, non sono partito con un vero e proprio progetto fotografica, se non quello di testimoniare il paesaggio e alcuni dei resti delle trincee e delle strutture della Prima Guerra Mondiale. Se il grandangolo mi ha dato la possibilità di coprire un ampio angolo di campo, il macro della Tamron mi ha offerto la possibilità di soffermarmi su alcuni particolari. Una parte di questa esperienza l’ho dedicata ai fiori che, ai primi di luglio, dipingono di tantissimi colori i prati del Novegno, ma qui non ve ne parlerò per concentrarmi più nello specifico sulla fotografia di paesaggio.
La situazione climatica
Quando sono partito ho visto che sulle montagne si aggiravano varie nuvole, ma tanto meglio. Cercavo una situazione simile e fortunatamente il meteo non mi ha deluso. Grazie alle nuvole che transitavano sulle verdi alture le fotografie hanno assunto una connotazione quasi romantica e mi hanno dato la possibilità di cogliere questo aspetto naturale della montagna. Il Tokina mi ha dato così la possibilità di cogliere l’evanescenza delle nuvole e al tempo stesso di fissare nell’attimo dello scatto la loro plasticità scultorea. Giudicherete voi dalle foto. Direi dunque di iniziare.
Totali
Usare un grandangolare nella fotografia paesaggistica può quindi arricchire notevolmente le immagini, permettendo di catturare la bellezza e la vastità dei paesaggi in modi che altri obiettivi potrebbero non permettere.
I grandangolari permettono di catturare un'ampia porzione della scena, ideale per i paesaggi vasti. Questo consente di includere più elementi nell'inquadratura, creando immagini che trasmettono la grandiosità e l'estensione del paesaggio.
La foto qui sotto ne è un esempio. Ho fotografato quella che viene chiamata la “busa del Novegno”. Ho scelto di dividere la fotografia in più piani: il primo, con l'erba e i fiori, un secondo dove il terreno con i suoi avvallamenti conduce al piccolo laghetto per l'abbeveraggio del bestiame, la malga e il piccolo osservatorio astronomico. L'ultimo piano è quello del cielo con le nuvole.
Nella foto sotto lo stesso soggetto ripreso con il Tamron 60 mm. Il soggetto della composizione è la la malga, poi il laghetto per l'abbeveraggio dei bovini e infine la linea sinuosa delle montagne sullo sfondo.
Anche la foto qui sotto è stata realizzata con il Tamron 60 mm. Questa lente mi ha dato la possibilità di mettere in risalto i ciclisti nel contesto del paesaggio circostante.
Adesso ci dirigiamo verso il monte Vaccaresse, dove c'è un "Osservatorio", una postazione della Prima Guerra Mondiale che si affaccia sulla pianura e offre un bellissimo e ampio panorama. Per arrivarci occcorre passare in un bosco dove si incontrano diverse trincee della Grande Guerra. Il grandangolo mi ha dato la possibilità di mostrare queste trincee che si dividono i due direzioni, per controllare entrambi i lati della montagna.
Arrivati al Vaccaresse la vista spazia sull'ampio panorama circostante e sulle vallate di Posina. Quando il cielo è sereno e l'atmosfera tersa e pulita si ha una visione nitida su tutta la vallata. Nella giornata in cui sono andato io le nuvole coprivano parte della visuale, ma erano così mutevoli e affascinante che hanno dato un tocco di emotività al paesaggio. Ecco qui sotto alcuni esempi.
La foto qui sopra rappresenta un esempio di come – utilizzando il grandangolo – si possa mettere in risalto un elemento in primo piano – il ciuffo d'erba – pur mantenendo una buona nitidezza anche per gli elementi più lontani – chiudete il diaframma a f/8 o f/11 stando sempre attenti al fenomeno della diffrazzione.
Qui sotto un'altra immagine dal monte Vaccaresse. Protagonisti sono gli alberi e le nuvole.
Ho pensato di provare a portare questa fotografia in bianco e nero per sottolineare il contrasto tra il bianco delle nuvole e il verde scuro degli alberi – trasformato in tonalità di grigio. Il punto nero in alto al centro della foto è la silohuette di una rondine. Ho voluto tenerla nella foto perché comunque riconoscibile come "volatile" - che sia una rondine lo so solo io.
Le rondini che volavano a decine attorno al Vaccaresse sono maggiormente riconoscibili nelle due foto sotto, una a colori e l'altra in bianco e nero. Anche in questo caso il forte contrasto delle zone chiare e di quelle scure meritava un viraggio alla scala di grigi. Come potete vedere le nuvole formano una sorta di texture, rendendo la foto abbastanza particolare ed originale.
Particolari
Come dicevo più sopra un obiettivo macro può essere utile anche nella fotografia paesaggistica. Può servire, ad esempio, per cogliere alcuni particolari del luogo, contesualizzandoli allo stesso tempo. Nella foto sotto un cardo di montagna cresciuto proprio sopra all'osservatorio del Vaccaresse in primo piano e sullo sfondo la sagoma di una montagna in parte avvolta dalle nuvole.
La casa degli ufficiali
Questo è uno di quegli edifici presenti sul Novegno e che testimoniano la Prima Guerra Mondiale. Devo confessarvi che per inquadrare l’intera struttura, con il 60 mm, ho dovuto inerpicarmi su pendio dietro alla casa, azione che avrei potuto evitare montando il grandangolo.
La struttura ovviamente non è percorribile all’interno, ma fa bella mostra di sè nella conca e può essere un punto di riferimento per le successive camminate – come quella al monte Vaccaresse (1656 msl) che ho poi fatto.
Con il Tamron 60 mm ho catturato alcuni particolari di questa struttura a mio insindacabile giudizio estetico. Ecco qui sotto le foto.
Vista della struttura da dietro. Il tetto e parte del secondo piano sono crollati.
La targa all'entrata.
Particolare di quello che rimane della finestra al secondo piano.
Un fiore spontaneo cresce sulla parete della struttura abbandonata.
Particolare della finestra e dell'interno della struttura, dove cresce la flora spontanea.
Camosci
Il 60 mm della Tamron, montato sulla mia Nikon APS-C mi permette di avere una focale di 90mm, quindi un piccolo teleobiettivo. Nel caso della foto qui sotto, il Tamron mi è venuto in aiuto per catture una famiglia di camosci che avrei comunque potuto fotografare con il grandangolo ma che sarebbero stati un piccolo elemento in un contesto troppo vasto. Sicuramente per questo genere di foto servono focali da 200 a 600 mm, ma comunque sia sono riuscito a portare a casa una foto che testimonia la presenza di questi meravigliosi animali – i camosci – sulle Prealpi vicentine.
Il gruppo di camosci fotografati da sopra l'osservatorio del monte Vaccaresse.
Crop al 100% dell'immagine precedente.
Lasciatemi finire con un genere a me molto caro, quello della Deadpan Photography. Ho utilizzato il Tokina 12-24 mm ATX Pro a focale 24 mm per cogliere questo furgoncino rosso, quasi un "marziano" sul bucolico paesaggio montano...