Uncommon Places di Stephen Shore

Un libro che ha influenzato una generazione di fotografi

Uncommon Places

Fotografo statunitense (classe 1947), direttore del Photography Program del Bard College di Annandale-on-Hudson, nello stato di New York (1982), Stephen Shore è considerato uno dei padri fondatori della fotografia a colori.

Ma Stephen Shore è stato anche qualcosa di più. Egli è uno degli esponenti della Neotopografia. I luoghi da lui raccontati sono la trasformazione del paesaggio operata dall'uomo. Questi luoghi diventano un ricettacolo di emozioni, stati d'animo situazioni che assumono ancora più significato anche nell'assenza di persone fisiche. Situazioni ed oggetti quotidiani diventano la sintesi dello spirito dell'America degli anni Ottanta del Novecento.

Al tema del viaggio Shore era particolarmente legato, e già nel 1973 pubblicava il suo libro di maggior successo, "American Surfaces", una serie di istantanee che realizzarono un grande dipinto della realtà quotidiana dell'America del tempo: Shore fotografò infatti persone, strade, il cibo che mangiava, le stanze d'hotel dove alloggiava, parcheggi, automobili...

Uncommon Places

Il mio pensiero corre anche ad un altro americano, Edward Hopper, che ha saputo interpretare le paure e lo stato d'animo dell'America anche in assenza di una narrazione tra soggetti. Ed anche in Hopper il paesaggio diventa il tramite spiriturale di emozioni, pensieri, stati d'animo di uomoni e donne americane. Ma se in Hopper compaiono sempre le persone affiancate ai paesaggi (fabbriche industriali, camere d'albergo, bar, tavole calde, etc.), in Shore domina soprattutto l'artefatto umano. E guardando queste strutture non possiamo non pensare a chi le abbia costruire e a cosa deve provare chi ci abita.

Uncommon Places è un diario di viaggio, che esplora anche il mondo della visione e della luce. Uno sguardo privo di enfasi alla cultura del consumo.

Uncommon Places

Bibliografia

Stephen Shore: Uncommon Places: The Complete Works (in inglese)
2014, Thames & Hudson Ltd, 208 pag.

Originally published in 1982, Stephen Shores legendary Uncommon Places has influenced a generation of photographers. Among the first artists to take colour beyond the domain of advertising and fashion photography, Shores large-format colour work on the American vernacular landscape stands at the root of what has become a vital photographic tradition over the past thirty years. Uncommon Places: The Complete Works is the definitive collection of this landmark series. An essay by noted critic and curator Stephan Schmidt-Wulffen and a conversation with Shore by fiction writer Lynne Tillman examine his methodology as they elucidate his roots in the pop and conceptual art movements of the late sixties and early seventies. The texts are illustrated with reproductions from Shores earlier series American Surfaces and Amarillo: Tall in Texas.