Il soffietto nella macro fotografia
Distanza dal soggetto, profondità di campo e accessori
Il soffietto è uno strumento di fotografia che permette di distanziare l’obiettivo dal sensore fotografico. In questa maniera viene ad aumentare il rapporto di riproduzione, e avremmo così la possibilità di realizzare foto macro con rapporto di riproduzione maggiore di 1:1. Il soffietto funziona con lo stesso principio dei tubi di prolunga, solo che mentre con i tubi di prolunga abbiamo degli allungamenti prestabiliti – solitamente 12, 20 e 36 mm – con il soffietto possiamo regolare a piacere l’allungamento.
Un secondo vantaggio nell’utilizzo del soffietto rispetto ai tubi di prolunga è quello di limitare il peso della fotocamera – un numero elevato di tubi di prolunga in metallo e plastica collegati alla baionetta del corpo della fotocamera ne aumenta significativamente il peso.
L’utilizzo del soffietto è una tecnica complessa che richiede pazienza, precisione e dedizione. Inoltre riguarda un tipo di fotografia molto specifica, ed è più facile utilizzarlo in studio piuttosto che en plein air. Lavori di archiviazione e catalogazione di artefatti antichi possono essere svolti utilizzando il soffietto per avere foto con ingrandimenti spinti del soggetto – monete antiche, francobolli, lavori di botanica e entomologia.
Per realizzare foto macro con soffietto vi servoono inoltre:
- un flash con diffusore o una qualsiasi altra fonte di luce per illuminare il soggetto
- un cavalletto robusto
- una slitta di precisione
- un telecomando per azionare la fotocamera ed eventualmente un trigger per azionare il flash
Nella foto qui sotto un soffietto per la macro fotoografia

Impostazioni manuali
Quando si utilizza il soffietto tutte le impostazioni della fotocamera vanno settate in manuale. Dai diaframmi – che vengono impostati sul corpo dell’obiettivo – al tempo di scatto e agli ISO – che vengono impostati dalla fotocamera. Anche il flash va utilizzato in manuale. Questo – le prime volte, ma non solo – è un lavoro che richiede un po’ di pazienza.
Non sempre la prima volta si riesce ad ottenere l’illuminazione o la profondità di campo migliore. Si acquista più abilità con l’esperienza, ma ogni situazione prevede una scelta ragionata. Quindi abituatevi a fare diverse prove prima di ottenere il giusto equilibrio delle diverse variabili – Iso, diaframma, tempo di posa, potenza del flash.
Nella foto qui soto il soffietto montato sopra la slitta micrometrica

Nella foto qui sotto un particolare della slitta micrometrica. La staffa verticale e quella orizzontale sono segnate con la divisione delle distanze

Un'esperienza... strabiliante!
È un po’ nella natura della fotografia quella di mostrarci le cose quotidiane sotto una nuova luce, e in questo modo farci riflettere più a fondo sul loro significato.
Nella fotografia macro l’esperienza è quella di un’immersione in un altro mondo, di scoperta di cose che potevamo solo immaginare, di stupore di fronte alla causalità della materia o alla precisa simmetria di elementi invisibili all’occhio umano. E magari, ancora, di scoperta di una bellezza anche in quegli esseri che madre Natura ci ha regalato, ma che un poco detestiamo o ci lasciano indifferenti.
Un’esperienza del genere la definisco strabiliante. La prima volta la sorpresa è come quella che può avere un bambino quando scopre qualcosa di nuovo. Anche il mondo che si lascia guardare attraverso la macro fotografia è qualcosa di assolutamente nuovo, e per questo sorprendente.
Intendiamoci, fare foto ad insetti vivi con il soffietto è estremamente difficile, meglio fotografarli in studio se ne trovate di morti. Se vi interessa particolarmente il microcosmo anche un piccolo ma efficace microscopio stereo a 20 ingrandimenti può essere un'ottima alternativa.
La scelta del soggetto
Vista la difficoltà nel settaggio manuale e nella messa a fuoco, la scelta del soggetto in questo tipo di fotografia è limitata ad alcune situazioni.
Innanzitutto vanno prediletti i soggetti statici.
Questi possono essere:
materiali inanimati – dai tessuti, ai fiori, a componenti elettroniche o meccaniche, in genere qualsiasi materiale che possa offrire una texture interessante;
soggetti animati ma addormentati, o immobili – ad esempio una falena di giorno. Non è facile utilizzare il soffietto per soggetti in movimento, né cogliere l’attimo in cui un insetto è fermo. Per questo è bene svegliarsi presto al mattino, quando la possibilità di trovare soggetti vivi ma ancora addormentati è superiore rispetto alle altre ore della giornata;
soggetti morti – anche se può sembrare macabro, gli insetti morti che possiamo trovare in un giardino o fuori di casa sono un soggetto ideale per la fotografia macro ad ingrandimenti superiori al rapporto 2:1. In studio si può ricreare un ambiente naturale anche con pochi elementi: una foglia, un rametto, uno sfondo a nostro piacere. C’è inoltre la possibilità di settare in maniera specifica e più personalizzata le luci.
La profondità di campo
Una delle maggiori limitazioni nella fotografia macro è sicuramente la profondità di campo, che si riduce a pochi millimetri – e addirittura a decimi di millimetro. In questo caso ci si può avvalere della tecnica del Focus Stacking, cioè una serie di foto della stessa inquadratura che vengono effettuate variando il piano di messa a fuoco. Combinando poi in post-produzione questa serie di foto si ottiene una maggiore profondità di campo e quindi una maggiore nitidezza – e anche qui... tanta pazienza e precisione.
La scelta dell’inquadratura è importante per aumentare la profondità di campo. Se è possibile cercate di fotografare i vostri soggetti in modo che siano paralleli al piano del sensore. Con soggetti messi diagonalmente avremmo invece una profondità di campo limitata ad un solo piano del soggetto.
Nella foto qui sotto potete notare come la profondità di campo sia molto esigua. Il fiore fotografato ha un diametro di circa 6 mm.

La distanza del soggetto e il rapporto d'ingrandimento
Con un obiettivo 90 mm, montato su soffietto, potete avere una maggior distanza tra il vostro obiettivo e il soggetto. Più diminuite la focale, maggiormente dovrete avvicinarvi al soggetto per metterlo a fuoco. Così, montando un 50mm sul soffietto dovrete avvicinarvi maggiormente rispetto al 90mm, e con un 24mm dovrete avvicinarvi ancora di più rispetto al 50mm. È altresì vero che con un obiettivo con distanza focale limitata avrete maggiori possibilità di incrementare il rapporto di riproduzione (RR).
Per calcolare il rapporto d’ingrandimento possiamo utilizzare la seguente formula:
INGRANDIMENTO = LUNGHEZZA PROLUNGA / FOCALE DELL’OBIETTIVO
Vedremo quindi che con obiettivi a focale corta (24mm, 50mm) possiamo ottenere ingrandimenti maggiori rispetto ad obiettivi con focale lunga – ad esempio il Tamron SP Di 90 mm F/2.8 che ho utilizzato per molte delle foto presenti in questo articolo – ma dovremmo però avvicinarci maggiormmente al soggetto.
Infatti:
con una lunghezza della prolunga (in questo caso il soffietto) di 100 mm e utilizzando un obiettivo con focale di 50 mm ottengo un rapporto di 2:1 (100 : 50 = 2).
Conclusioni
La tecnica macro con il soffietto è abbastanza complessa. In generale tutta la fotografia macro è abbastanza complessa, e richiede pazienza, dedizione, costanza, nonché una certa conoscenza dei principi di base della fotografia.
Se vi piace la fotografia macro quello che posso consigliarvi è l’acquisto di una lente macro dedicata, con rapporto d’ingrandimento 1:1, come può essere il Tamron SP Di 90 mm AF F/2.8, il Tamron SP 60 mm F/2, il Nikkor 105 mm micro, il Sigma 180 mm macro, etc.
Se volete spingervi oltre il rapporto 1:1 spero di essere riuscito a darvi dei buoni consigli per iniziare...
Nelle due foto qui sotto il particolare di una sirfide catturato con il Tamron 90 mm, senza ausilio di soffietto.