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Come riconoscere una fotocamera Pro?

...e come impostare banchi di ripresa personalizzati

Luglio 2023

Il 2021 è stato l’anno delle mirrorless. A parte la Pentax che continua a produrre reflex, sembra che le principali case produttrici (Canon, Sony, Nikon, Fujifilm, Leica) abbiano fatto un calcolo economico che – anche a causa della crisi innestata dal Covid-19 – le fa propendere ad uno sviluppo delle mirrorless rispetto alle reflex.

Ma in ogni caso, a prescindere dalla tipologia di fotocamera, quali sono i tratti pertinenti che possono farci capire all’istante se si tratta di una macchia professionale o di una semi-professionale?

In base ad un concetto – che troviamo soprattutto nel mondo naturale – secondo il quale la forma segue la funzione, possiamo vedere come la disposizione di pulsanti o la presenza o l’assenza di ghiere determini nel modello della fotocamera un orientamento verso un pubblico generico, un pubblico di foto amatori, o un pubblico di professionisti.

I tratti pertinenti di una fotocamera professionale

...e come modificare e personalizzare i banchi di ripresa nella Nikon D500

E sulle mirrorless?

Cambiano i fattori, ma il prodotto rimane invariato. Mi spiego meglio aiutandomi con l'immagine qui sotto. Sulle mirrorless Nikon abbiamo una ghiera che ci permette di cambiare le varie modalità di ripresa. Notate il tasto "Auto", il massimo dell'automatismo, ideale per chi non conosce bene o conosce poco il funzionamento ottico di una fotocamera e, per pigrizia o altro, non vuole approfondire l'argomento. Ecco che basterà selezionare la modalità Auto perché la fotocamera pensi lei a tutto: luce, espoosizione, ecc.

L'immagine qui sotto, che ho confezionato apposta per voi, vi mostra le ghiere dei modelli Nikon serie Z: la 5, la 7 e la 9. La Nikon Z9 – l'ammiraglia pensata per i professionisti – non ha sulla ghiera superiore le modalità delle due precedeti. Anche nel comparto delle mirrorless è possibile distinguere a prima vista una fotocamera Pro da una fotocamera rivolta agli amatori della fotografia.

Ghiere fotocamere

Mirrorless piccole... obiettivi grandi

Prendete una Fujifilm e montateci un teleobiettivo con focale fissa F/2.8.

Come vi sembra? Più pesante? Riuscite ancora a vedere il corpo macchina? Quando appoggiate la fotocamera la appoggiate con il corpo macchina... o con l’obiettivo?

Quello che mi sembra un paradosso, o anche un piccolo controsenso del mercato delle mirrorless è che per sfruttare al meglio i sensori digitali hanno bisogno di particolari lenti, abbastanza ingombranti.

Nel mercato della fotografia del XXI secolo l’avvento degli smartphone con fotocamera ha sottratto una grossa fetta di mercato all’industria fotografica.

Una delle prime macchine fotografiche del secolo scorso nata per venire incontro ai desideri degli amanti della fotografia è stata la Kodak Brownie: una fotocamera a cassetta in cartoncino molto economica. Nel XXI secolo lo smartphone con fotocamera integrata è stata l’idea geniale che ha permesso lo sviluppo della fotografia... anche senza conoscere alcunché di fotografia. Ti sta comodamente nella tasca dei pantaloni, basta inquadrare, non più fare clic ma toccare lo schermo e la foto è fatta. Si chiama fotografia computazionale, perché è il software che pensa a fare il resto. Ed ecco che in molti si sono chiesti se conveniva davvero acquistare una fotocamera – anche una compatta – per avere qualche foto dei propri amici o familiari.

E allora qualcun altro ha pensato: «E se facciamo anche noi delle fotocamere più piccole ma con le caratteristiche e le qualità di una reflex?». Nell’immagine pubblicitaria della Sony, che riporto qui sotto, potete vedere espresso il concetto di “piccolo”, “comodo” e “portatile”. Una fotocamera – mirrorless per l’appunto – che si mette comodamente in una delle tasche della borsa.

Mirrorless in borsa

Una piccola fotocamera che permette di utilizzare anche funzioni manuali, e quindi implica una maggiore conoscenza del mezzo fotografico e della tecnica fotografica – dai diaframmi ai tempi di posa, e via dicendo.

Ma se poi la passione cresce e vogliamo obiettivi di maggiore qualità, ad esempio un macro, ecco che l’ingombro cresce di più, come vedete nella foto qui sotto, dove un sigma 105mm Art F/2.8 può sorreggere una mirrorless.

Un grande obiettivo su una mirrorless

Il progresso tecnologico dovrebbe regalarci tra qualche tempo degli obiettivi di qualità, molto luminosi, con un minore ingombro. E se poi così non fosse? Dobbiamo ritornare al peso delle vecchie reflex? O forse, come nel settore dell'abbigliamento dove dopo un periodo di pantaloni a vita bassa si passa ai pantaloni a vita alta, anche in fotografia avremo dei cicli storici dove si alternano reflex e mirrorless?

Uno degli argomenti del marketing che ci portava all'acquisto delle mirrorless era quello del minor peso di queste ultime. Ve lo ricordate? quanti video abbiamo visto che ci spiegavano come la mirrorless fosse più leggera, più piccola, facilmente portabile anche nella tasca della giacca? Ma non esistevano le compatte che risolvevano questa funzione?

In seguito, in brevissimo tempo, sono stati aggiunti i famosi grip. Era evidente che con ottiche di qualità diventava scomodo, se non pericoloso, impugnare una fotocamera così piccina. E quindi oltre alla mirrorless ti dovevi comperare un grip per aumentare la tua presa sul corpo macchina.

Ma non voglio continuare su questa strada... non vorrei essere tacciato come bastian contrario, e sicuramente avremmo ancora molto tempo per riparlarne.

[...] to be continued...


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