Street Photography

L'approccio quando si fotografa per strada

Street Photography

C’era una volta Cartier-Bresson, fondatore dell’Agenzia Magnum e uno dei maestri della street photography.

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Non è mia intenzione in questo breve articolo fornirvi una storia della street photography nel corso del tempo, ma mettere a confronto tre fotografi e tre approcci diversi alla fotografia di strada, se posso utilizzare questo termine tutto italiano.

I fotografi sono i contemporanei Tatsuo Suzuki, Alan Schaller e Fan Ho – scomparso nel 2016.

Alan Schaller

Alan Schaller

Alan Schaller cerca di darsi dei limiti per fotografare nelle strade. Lo fa utilizzando, ad esempio, una lente fissa. Lo zoom lo fa lui, con i suoi piedi. A differenze del nipponico Suzuki, Schaller ha un approccio meno diretto, più timido se volete. Sceglie una location, e aspetta il momento giusto per catturare, nel caos delle metropoli, quegli attimi di emozione e intimità che caratterizzano le sue foto, ma anche tutte le cose straordinarie che si nascondono nelle azioni semplici e quotidiane.

Alan Schaller utilizza una Leica M10 Monochrome.

Tatsuo Suzuki

Tatsuo Suzuki

Tatsuo Suzuki fa parlare di sé anche per la tecnica, per molti giudicata fin troppo aggressiva, tanto che Fujifilm l’ha escluso dal gruppo dei suoi X-photographer per un video promozionale della Fujifilm X-100V nel quale Tatsuo mostrava il funzionamento sul campo della fotocamera... alla sua maniera – a dir di molti un pò troppo invasiva anche se tecniche simili sono state usate anche da Bruce Gilden, Michael Sweet, Johnny Tergo.

Tatsuo Suzuki

Tatsuo Suzuki ci ha regalato scatti straordinari e il suo modo di “raccontare la società” è davvero unico – tanto da permettergli di vincere numerosi premi internazionali, tra cui The Fence (2017). Se avete un pò di timore reverenziale quando provate a fare street photography... allora guardatevi qualche video di Tatsuo. Tatsuo Suzuki utilizza le compatte della serie X di Fujifilm.

Fan Ho

Fan Ho

L’altro fotografo di cui volevo parlarvi è del cinese Fan Ho (Shanghai, 8 ottobre 1931 – San Jose, 19 giugno 2016). Le sue fotografie sono eccezionali, anche se sono del secolo scorso. Intimistiche e piene di poesia. A guardare le sue foto percepisco quasi un atteggiamento di gentilezza nei confronti delle persone e delle situazioni fotografate, un “distacco” – come egli stesso dice – che vuole lasciare inalterata la situazione che va a fotografare – confrontatelo con Tatsuo Suzuki e vi accorgerete di un approccio alla fotografia dei due fotografi quasi agli antipodi.

Fan Ho utilizza il bianco e nero, perché – come dice lui stesso – il bianco e nero gli offre una distanza. Una distanza dalla vita reale.

Il bianco e nero offre un senso di distacco. Permette al pubblico e agli spettatori di sviluppare le loro risposte e offre lo spazio e la profondità per meditare e contemplare le mie idee.

Viene anche chiamato il Cartier-Bresson dell’Est. E se per caso non lo conoscete, date un’occhiata ai tre video che vi presento qui sotto...